Aller- Retour






Nel 2006 ricevo la proposta di Mohammed Hamra, un regista di origine marocchina, ma cresciuto a Liegi, di fare il protagonista del suo film, "Aller-Retour"



Il personaggio è un sessantenne italiano, chein Belgio si scontra con il problema dell'immigrazione, quando cinquant'anni prima era stato a sua volta immigrato, insieme a suo padre. E' un ruolo che mi piace molto, complesso e contradditorio, con un lunghissimo monologo iniziale, altamente drammatico, ricco di sfumature. E?un film che mette a dura prova la mia emotività, soprattutto quando andiamo a girare a Marcinelle, all'interno della miniera di carbone dove nel 1956 è avvenuta la tragedia. I morti per l'incendio sono ancora tutti lì e gridano più forte che mai la loro presenza. Giriamo ,infatti, nel sacrario con tutte quelle foto delle vittime che hanno un'evidenza agghiacciante. Erano in gran parte italiani che per un tozzo di pane facevano una vita infernale. La doccia conserva ancora gli abiti di questi fantasmi, le cui voci hanno continuato a parlare ai vivi il loro sconsolato dolore.




D'amore non si muore - Lino Capolicchio pag.242



Solo a trascrivere, su questo blog, queste parole così sentite di Lino, riguardo ad un'evento così tragico come fu quello di Marcinelle, mi vengono i brividi, posso solo immaginare cosa possa essere stato per un uomo della sua sensibilità  visitare quei luoghi, e interpretare la parte di un sopravvissuto.

Questo film non è uscito nelle sale italiane, io ho avuto la fortuna  di poterlo vedere grazie a Francesca Golino, e sempre tramite lei ho avuto accesso alle foto  di di scena.









Il film è un'opera prima che racconta due storie parallele, quella di un italiano scampato alla catastrofe di Marcinelle, e quella di un giovane clandestino marocchino che sogna l'Europa (Hafd El Gazi), la pellicola è stata realizzata con un piccolo budget, e questo dimostra, ancora Quatno Lino Capolicchio fosse generoso se credeva in un progetto. Aller-Retour è stato presentato si al FIFF Festival Internazionale du Film Francophone, sia al Fondi Film Festival.

Giuseppe r il personaggio interpretato da Lino dopo essere scampato alla tragedia del 1956 torna ia vivere in Italia a Roma, il film si apre propiro su un Roma periferica, piena di immigrati, e con un lungo monologo di Lino, sulla sua insoddisfazione attuale, dovuta anche all'ambiente in cui vive, inviluppato in uno spleen quotidiano, arriva però una notizia che gli darà la possibilità di evadere; Giuseppe viene a sapere di avere una nipotina in Belgio, decide quindi di partire per conoscerla, anche il giovane marocchino parte, due viaggi paralleli per essere messi di fronte ad una realtà inaspettata, la mentalità di Giuseppe cambierà per sempre. La generosità di Lino Capolicchio , non può essere riducibile solamente alla voglia e disponibilità che ha avuto fin da giovane a buttarsi a capofitto, in progetti poco redditizi se lo affascinavano, ma nel caso di giovani registi, a dare un suo apporto nella sceneggiatura, dandogli  quel tocco in più, come in questo caso le scene ambientate al sacrario, che nobilitano un film.

Il focus di questo film è  l'immigrazione verso l'Europa del nord, mettendo a confronto quella di ieri e quella di oggi. Dopo la tagedia di Marcinelle, L'Italia decise di non fornire più mano d'opera al Belgio, il quale si è rivolto verso il Maghreb per rifornirsi di manodopera, ma desso non si parla più di immigrazione ma di clandestini, di persone senza documenti, di espulsioni etc.etc.


                                                             Miriam Comito








Commenti

  1. Anche quella volta, alla fine della riprese, raggiunsi Lino sul set a Liegi.
    Erano giorni freddi, ma giornate bellissime...Arrivai sul set e credevo di trovare un caos....e invece ho trovato dei ragazzi, tutti giovani....ma tutti preparatissimi e molto motivati.
    Erano Attori veri, che avevano studiato e volevano fare quel film con questo giovane regista, ma tutti ci credevano perché xl loro fianco avevano.......un mostro di fama bravura notorietà.
    C'era LINO Capolicchio con loro...
    Accidenti la magia che ho visto su quel set cinematografico non si può trasmettere a parole...
    Ho provato un'emozione profonda

    È un bel film perché tutti gli attori ricevevano la carica la serietà che LINO trasmetteva a tutti loro.
    Vi giuro, la bravura e la voglia di vincere era così palpabile che nessuno, nessuno mai avrebbe mollato....erano un gruppo magnifico e per questo che il film è riuscito benissimo


    Ohhhhh.... LINO era un grande e tutti volevano dare il meglio per fare vedere al Maestro che lui non aveva sbagliato a dar loro fiducia...

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    Risposte
    1. Grazie Francesca per i tuoi contributi, preziosi e fondamentali.

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  2. Vorrei solo concludere che sono orgogliosa essere stata accanto a LINO Capolicchio per 25 anni anche solo per aver vissuto momenti così straordinari

    Grazie LINO, grazie Maestro

    Francesca Golino di Lino Capolicchio

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